lunedì 23 aprile 2007

Sunshine

Niente di nuovo all'orizzonte... nemmeno il Sole

Titolo originale: Sunshine
Regia: Danny Boyle
Anno: 2007
Produzione: Gran Bretagna
Durata: 108 min.
Genere: fantascienza
Voto: 6

Anno 2057. Non se ne conosce il motivo (dati scientifici alla mano dovrebbe funzionare ancora una manciata di miliardi di anni), ma il Sole si sta spegnendo. L’ipotesi anche se inverosimile (ma a noi appassionati di fantascienza questo importa relativamente) è comunque affascinante e pone (o potrebbe porre) le basi per una serie infinita di domande: domande che inevitabilmente non possono trovare risposte certe.
L’unica e ultima possibilità di salvezza per la Terra risiede nel tentativo di riattivare le funzioni della nostra indispensabile stella attraverso lo sganciamento di una bomba atomica potentissima (realizzata con tutte le ultime risorse nucleari disponibili sulla Terra) diretta nel suo nucleo.
Ecco che la missione Icarus II, composta da un equipaggio di sette giovani astronauti scienziati, naviga alla volta dell’astro morente con il peso della responsabilità di non poter fallire.
Sunshine riunisce nuovamente e a distanza di cinque anni alcuni degli elementi che decreterano il successo di 28 giorni dopo (e questo è un bene): il produttore Andrew Macdonald, l’ormai affermato attore Cillian Murphy e lo sceneggiatore Alex Garland (che oltre ad aver realizzato lo script per 28 giorni dopo è stato, ahinoi, anche l’autore di The beach… e questo non è un bene).
È chiaro che al regista piace un certo tipo di fantascienza (diciamo quella più elegante di 2001, per esempio) e la verosomiglianza scientifica ed è palese che ci sia stato un grande lavoro imperniato su consulenze qualificate e una grande preparazione tecnica che ha coinvolto tutto il cast, dal responsabile della fotografia (Alwin Kuchler) a quello delle scenografie. Le sue dichiarazioni, inoltre, farebbero pensare di trovarsi di fronte a qualcosa di questo genere: “la questione di cosa succederebbe alle nostre menti quando incontrano il creatore dell’universo, che per alcune persone è un concetto spirituale o religioso, per altre è un’idea puramente scientifica. Siamo tutti fatti di particelle di stelle esplose, quindi come sarebbe avvicinarsi così tanto al sole, la stella dalla quale deriva la vita dell’intero sistema solare?
Se l’intenzione di Danny Boyle era quella di realizzare un’inedita odissea spaziale, capace di restituire nuova linfa alla fantascienza d’autore, condita da complesse sfumature psicologiche in bilico tra filosofia e teologia, dobbiamo purtroppo dichiarare l’esperimento fallito.
Se, altrimenti, spogliando Sunshine di ogni ambizione eccessivamente pretenziosa, lo scopo voleva essere quello di produrre una classica pellicola di Serie B che, pescando a piene mani da film come 2001, odissea nello spazio, Solaris e Alien, tende invece ad assomigliare molto di più a un Event Horizon, allora: Icarus II, missione compiuta!
Va comunque sottolineato il sempre originale stile “giovanilista” del regista inglese, un montaggio variabile e perfettamente al servizio dello svolgimento della trama, e la sua riconosciuta abilità nell’uso delle musiche, composte interamente dagli Underworld (quelli del tormentone “Born Slippy” dalla soundtrack di Trainspotting) che con un mix di elettronica e post-rock minimalista conferiscono alla pellicola quel pizzico di pathos in più.
Se vi piacciono le storie di astronavi sperdute nello Spazio che vanno incontro a una serie di spiacevoli imprevisti, allora Sunshine è film che fa per voi, in caso contrario cercate altrove il vostro Sole.

Davide Battaglia

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io questo film non l'ho visto quindi diventa difficile fare dei commenti, ma dalla pubblicità mi prendeva molto, anche perchè trovo l'idea del sole che si sta spegnendo per lo meno originale, non si tratta della solita invasione aliena.
Certo che leggendo la tua recensione gli stimoli scendono un pò... ti saprò dire piu' avanti.
Simona

Overdrive ha detto...

E' la stessa cosa che è capitata a me. Avevo delle aspettative alte e quindi sono rimasto mediamente deluso... non aggiunge niente ai soliti film di questo sottogenere; resta ben fatto e guardabilissimo, ma non dovrebbero far intendere che possa avere altre pretese se non quelle di fare semplice intrattenimento. La complessità della sceneggiatura che alcuni sostengono abbia, io sinceramente, non ce l'ho trovata.

Anonimo ha detto...

Che dire, il film non l'ho ancora visto ma, fidandomi del mio intuito e dell'esperto "collega" overdrive, più o meno mi sono fatto l'idea di quello che, in realtà, già mi aspettavo mi attendesse andando a vedere il film. Cioè: di Kubrick ce n'è uno solo! Boyle ha talento, ma quel talento grezzo tipico di chi viene dall'underground del cinema. Per trasformare la filosofia in immagini e viceversa, ci vorrebbe un Mozart delle immagini. Come era appunto Kubrick, mentre Boyle resta un, diciamo così, Vivaldi del cinema. Un grande certo, ma forse non un immortale.

Anonimo ha detto...

Ottimo commento Davide, ad averlo saputo il sole lo sarei andato a cercare prima altrove, e poi magari, nel caso non lo avessi trovato, in 'Sunshine'.
Purtroppo Danny Boyle mi ha deluso una volta ancora. Dopo Trainspotting è sempre calato inesorabilmente!

Lorenzo

Overdrive ha detto...

Grazie ragazzi dei commenti! A me era piaciuto molto anche 28 giorni dopo, però forse domenica era meglio andare al mare... lì senz'altro il sole c'era...
:D

Anonimo ha detto...

A me Boyle era piaciuto moltissimo il 28 giorni dopo...Da questo film mi aspettavo qualcosa di particolare ma, leggendo i vostri commenti, mi sembra che non si discosti poi tanto dagli stereotipi del genere. Sinceramente non credo che la fantascienza moderna debba percorrere ancora la strada delle astronavi e dei viaggi spaziali per lasciare il segno, ma questa, ovviamente rimane una mia opinione.
Quando vedrò il film, ti farò sapere!

Anonimo ha detto...

Non ho trovato il film eccezionalmente originale: tutti i film che hai citato tu, fra l'altro, mi sono balzati alla memoria all'istante, e non dopo, come di norma accade. Cmq credo rimanga un film da vedere, per gli amanti del genere... se non altro per tutti gli altri punti riusciti della pellicola (montaggio, fotografia, ecc)

Walter R.