martedì 24 luglio 2007

2010, l'anno del contatto

Storia di un sequel incompreso

Titolo originale: 2010: the year we make contact
Regia: Peter Hyams
Anno: 1984
Produzione: USA
Durata: 114 minuti
Genere: fantascienza
Voto: 7

Esistono tante forme di delitto e, nella maggior parte dei casi, non si tratta mai di "delitto perfetto". C'è sempre un impercettibile dettaglio che sfugge anche al più scaltro e freddo fuorilegge che conduce gli inquirenti sulle sue tracce, condannandolo al più classico degli epiloghi.
Ci sono poi delitti che di perfetto non hanno nulla e che, anzi, nel
loro folle percorso disseminano una quantità tale di indizi da autocondannarsi fin dalla prima mossa. In campo cinematografico, la perfetta esemplificazione del delitto imperfetto - il gioco di parole è voluto - è secondo me rappresentata da Jerry Lundegaard, il venditore di auto del Minnesota inguaiato dai debiti, che nella pellicola "Fargo" dei fratelli Coen, commette una serie di errori macroscopici che precipitano in una spaventosa scia di sangue che porterà la poliziotta Marge Gunderson ad arrestarlo con una facilità disarmante.
Questa premessa, che poco o nulla c'entra sia con la fantascienza, sia con il film di Peter Hyams, era necessaria per esprimere le titubanze che, all'epoca dell'uscita di "2010, l'anno del contatto" colsero una grossa fetta di pubblico e critica (perlomeno quella parte che considera "2001, Odissea nello spazio" come la più alta espressione d'arte del secolo scorso).
Solo un pazzo può pensare di mettere mano al più grande capolavoro della storia del cinema e credere di restare indenne. Ecco perché già dal momento in cui si pensò di realizzare il sequel di 2001 si stava commettendo il più atroce e imperfetto dei delitti, destinato a non rimanere impunito a lungo.
Delitto che risulta ancora più insopportabile se poi viene inteso come tentativo di spiegare (e quindi banalizzare) l'opera di Kubrick.
Il problema di fondo di questo film è proprio quello di essere considerato normalmente come il seguito di quello del grande regista inglese, dimenticando totalmente che esiste uno scrittore (e per di più scienziato), tale Arthur C. Clarke che, partendo dal suo racconto "La sentinella" ha, in seguito, realizzato una quadrilogia di romanzi di cui "2010: Odissea due" è il secondo capitolo (esistono poi "2061: Odissea tre" e "3001: Odissea finale").
La pellicola di Hymas è in effetti la fedele trasposizione di questo libro che, a differenza del suo illustre predecessore, non vuole entrare nei meandri della psiche umana o porre domande che ancora oggi, a distanza di quarant'anni, non hanno ricevuto risposte (anzi qualcuno si sta ancora chiedendo esattamente quali fossero queste domande), ma vuole essere sostanzialmente una storia di fantascienza classica, o "hard" se preferite, termine che non ha nulla a che intendere con le "luci rosse", ma sta a significare la stretta correlazione con la verosomiglianza scientifica.
Certo, non mancano i riferimenti a una vita (entità?) superiore e alla nietzscheana figura del superuomo, impersonata dal "redivivo" Dave Bowman, ma sono episodi sporadici che si insinuano in una trama abbastanza lineare.
In questo senso e dimenticandoci (so che è più facile a dirsi che a farsi) per quelle due ore scarse dell'"ingombrante" sagoma del Maestro, 2010 è un film godibilissimo che tiene incollati allo schermo con il suo crescere di tensione, le sue spettacolari immagini e la sua miscela di azione e introspezione psicologica.
Resta solo una domanda che Hymas ha volutamente lasciato in sospeso: come si evolverà la vita su Europa?
Spero che il terzo romanzo di Clarke dia qualche risposta, perché, per ora, nessuno ha osato realizzare un terzo film sull'Odissea...

Davide Battaglia

venerdì 20 luglio 2007

Lettera anonima


Baltimora, 21-12-2024 ore 22:37

Quando leggerete queste righe, caro Ed, e caro mio disilludente amore, non sarò più tra voi. Non sarò nemmeno più su questa Terra, probabilmente, ma non temete per me, non sarò morto, o perlomeno non nel senso che intendete voi.
Mi rivolgo a te, Ed… mi è più facile. Ho conosciuto il più grande mistero dell’universo e ho scoperto che ne facevo parte anch’io, ero stato destinato fin dal primo giorno della mia vita. Non è stata un’esistenza inutile e mediocre come pensavo! Non ho sprecato tutti questi anni invano… anni trascorsi a comporre pezzi che nessuno si è mai degnato di considerare. Adesso ne ho la certezza Ed: ce la farai anche senza di me.
Dove sto andando non mi serve nemmeno la mia vecchia Les Paul. È tua amico, fanne buon uso.
La Re Cremisi esiste davvero… cazzo se esiste! È arrivata lunedì al crepuscolo e si è ormeggiata al quinto ponte est, quello dismesso da anni. Nessuno la poteva vedere tranne me ed è stato allora che ho capito. Ho capito che era venuta a prendermi! Salpiamo tra meno di un’ora e faremo rotta per una destinazione che non mi è ancora dato sapere… l’unica cosa che so è che non esistono limiti per quella nave.
Non mi è concesso dirti cosa ho visto là sopra, sappi solo che è meglio di tutti gli orgasmi che tu possa avere provato nella tua vita.
Lo sai che la mia fede non è mai stata granché, ma adesso credo che Dio esista! È stato lui a creare la musica. Ma se anche fosse stato il demonio… dopo quello che ho visto, che io possa bruciare all’inferno per l’eternità!
Non mi odiare Ed, io ti voglio bene. Dai un ultimo bacio da parte mia ad Alice. Addio.
Kurt

Componimento di Davide Battaglia (marzo 2000)
realizzato per il conocorso "Scrivilamusica", la musica e il mare,
Comune di Genova

mercoledì 18 luglio 2007

Blade Runner's birthday

25 anni fa nasceva il capolavoro di Scott

Lo scorso 26 giugno Blade Runner ha compiuto 25 anni. Era il 1982, infatti, quando la pellicola diretta da Ridley Scott si accingeva a debuttare nella programmazione delle sale americane. In quell'anno il film non ebbe forse il successo pieno e completo, impegnato com'era a vedersela contro un "colosso" come ET di Steven Spielberg, ma nel corso del tempo si è impresso in maniera indelebile nell'immaginario degli spettatori, fino a diventare il film di culto che è ora, responsabile, insieme a 2001 di Kubrick, di aver aperto nuove frontiere alla visione cinematografiche della fantascineza, nonché al cinema in senso assoluto.
Manifstazioni per celebrare l'evento si sono sprecate in tutto il mondo, ma il regalo che tutti i fan aspettano con ansia si concretizzerà solo dopo l'estate, e si tratterà dell'ennesima versione del film.
Come era già avvenuto nel 1992, con la proiezione nelle sale di Blade Runner, The director's cut, per festeggiare il decennale, Blade Runner, The final cut rinizierà a fare il giro del mondo a partire dal prossimo settembre. Si tratta di un'ulteriore rieditazione della pellicola originale, al cui montaggio ha rimesso mano lo stesso regista, a cui si dovrebbero aggiungere altre scene inedite appositamente girate. Avremo quindi il piacere di riassaporare il leggendario duello tra Harrison Ford e Rutger Hauer con una nuova qualità d'immagine, e riascoltare il mitico monologo dell'androide ribelle con tutta la purezza del suono restaurato.Tutto ciò, e molto altro, verrà ovviamente messo in commercio anche in Dvd, in un cofanetto che si annuncia veramente speciale.
Sarà banale e scontato ma questo film ha cambiato la mia vita di cinefilo e di amante del mondo del fantastico ed è quindi con grande gioia che l'Interstellar Overdrive si unisce al coro di milioni di appassionati e augura buon compleanno a Blade Runner...
Speriamo in altri cento o mille di questi giorni, senza però augurarci altrettante riedizioni...

fonte: www.fantascienza.com