sabato 5 settembre 2009

Chissa com'è...


La prima volta che mi innamorai è stato nell’autunno del 79. Grandi occhi marroni, una folta chioma di ricci biondi. Si chiamava Vanessa, ma a me ricordava tanto Shirley Temple. Fu per lei che smisi di fare i capricci e mi convinsi ad andare all’asilo.

La seconda volta che mi innamorai era la primavera dell’84. Ricordo l’esplosione colorata delle bancarelle e il mio papà che mi metteva al collo una sciarpa bellissima. Non come quelle orribili che la mamma mi costringeva a indossare per andare a scuola. Questa era blu, con tante righe; una bianca, una rossa, una nera, un’altra bianca. Ricordo un lungo e buio corridoio, un neon difettoso che si accendeva e spegneva, la mia mano stretta a quella grande e forte di mio papà e il cuore che mi batteva veloce.

Alla fine del corridoio, un’infinita distesa verde col suo intenso profumo di erba appena rasata e tanta gente, tantissima gente. Mai vista così tanta gente insieme prima di quel giorno.
Tutti presi a cantare, gridare e agitare enormi bandiere, colorate come la mia sciarpa.
Quando entrarono su quel grande prato i giocatori vestiti con gli stessi colori della sciarpa e delle bandiere, riconobbi subito la maglia della mia squadra. Era la prima volta che la vedevo dal vero, era bellissima, le foto sulle figurine dell’album non le rendevano giustizia. C’erano anche quelli dell’altra squadra, avevano la maglia a righe nere e blu. Mio papà mi disse che si chiamavano Inter… No, decisamente, non mi piaceva quella maglia, con solo due colori! Ero soddisfatto della mia scelta: tifare per la squadra con la più bella maglia che esistesse.
Mio papà mi prese sulle spalle, il rumore intorno era assordante, sembrava una festa. Non era Carnevale e neppure Capodanno, ma era ancora più bello.

La partita, sinceramente, non la ricordo. So che alla fine la gente non cantava più, anzi erano tutti arrabbiati e dicevano un sacco di parolacce. Avevamo perso due a zero, ma a me non importava molto, io ero felice lo stesso, avevo appena visto lo spettacolo più bello del mondo.
Dicono che l’amore sia una questione di chimica, che possa durare pochi anni, poi lentamente si affievolisce, lasciando spazio ad altri sentimenti, l’affetto, per esempio. Beh, io sono fortunato. Io faccio l’amore con la mia lei con la stessa passione, ogni domenica, da oltre 25 anni.
Quando mi vede lei mi riconosce subito perché da quel giorno indosso sempre la stessa sciarpa che mi regalò mio padre.

Davide Battaglia, maggio 2009