lunedì 16 aprile 2007

Avvisi ai naviganti

Tra fantascienza e noir

Stefano Roffo, Claudio Asciuti
De Ferrari Editore, Genova, 2006
208 pagg.
10 €

“Il futuro è cupo – esordì Loke dopo i convenevoli d’uso, la seconda sera che ci incontrammo – un mio vecchio conoscente, il signor Horbi, uomo che vede al di là del proprio naso, peraltro considerevole, sostiene che gli aerei della Luftwaffe faranno piovere molte altre bombe dai cieli dell’Est; in quegli stessi cieli Horbi li ha ‘visti’ bombardare anche a fine millennio… Ma questa volta senza le svastiche sulle ali…”

Uscito recentemente per la De Ferrari Editore di Genova il volume “Avvisi ai naviganti” raccoglie due romanzi brevi di due autori liguri: uno, Stefano Roffo (spezzino, classe 1955), un quasi esordiente nel campo del fantastico (anche se già autore di saggi su arte e turismo e, in particolare, del bel volume edito dalla Newton e Compton, “Guida curiosa ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Genova”), l’altro, Claudio Asciuti (genovese, classe 1956), nome molto popolare per quanti bazzichino l’ambiente sf e fantasy, vincitore, tra l’altro, nel 1999 dell’ambito Premio Urania, con il romanzo “La notte dei Pitagorici”.
Il racconto di Asciuti, intitolato “Appuntamento ai Doganieri” è una sorta di ricerca personale del senso della vita in pieno stile Philip K. Dick (viaggi lisergici compresi). Grazie all’aiuto di una donna, figura "mistica" ricorrente, l’autore dimostra come l’allucinazione possa diventare la vera realtà, un po’ come nella cultura degli aborigeni australiani per cui il sogno è l’ombra della verità ultima delle cose.
Soffermandoci in particolare sull’opera di Roffo, intitolata “Unterwelt” (parola tedesca inventata dall’autore che corrisponderebbe alla traduzione dall’inglese di Underworld, sottomondo), si rimane colpiti dalla perfetta ambientazione storica che ritrae una Praga sotto assedio nazista, ancora più cupa e magica di quanto non fosse – e non sia tuttora – nella realtà, dove agiscono misteriosi personaggi, dal passato ancora più oscuro, all’ombra della celebre macchina Enigma, inventata dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius. Gli ingredienti, i riferimenti e gli ipertesti nascosti che condiscono questa novella sono davvero tanti e può sembrare riduttivo cercare di etichettarla in qualche modo, ma se il sottotitolo del volume indica il termine “cyber-noir” per delimitare i confini dell’azione, è forse l’introduzione di Domenico Gallo a centrarla perfettamente, individuando l’etichetta steampunk, ovvero il “punk della macchina a vapore”, corrente letteraria che si sviluppò contemporaneamente al cyberpunk e che riporta le tematiche, le angoscie e la commistione di tecnologia e cultura pop, nel passato anziché nel presente o nell’immediato futuro.
Per questo motivo Unterwelt trova un suo illustre punto di riferimento ne “La macchina della realtà” di William Gibson e Bruce Sterling, dove Rivoluzione Industriale e Rivoluzione Informatica si fondono per dar vita ad una fantascienza che tenta di riscrivere il passato dando un volto nuovo al futuro. Probabilmente, però, il testo che più di ogni altro sembra aver influenzato Stefano Roffo è “Il Golem”, pubblicato da Gustav Meyrink nel 1915. Questo essere, il cui nome ebraico indica una massa informe, è il vero protagonista di Unterwelt e rappresenta l’aspetto più fantascientifico dell’opera, riconducibile all’idea di donare la vita a qualcosa d’informe, o di creare l’organico dall’inorganico (tema ricorrente nella fantascienza).
Unterwelt però indica soprattutto un mondo sotterraneo che si sviluppa parallelamente a quello conosciuto e che, con un abile gioco di scatole cinesi, restitusce una sensazione di smarrimento e inquitudine, tanto ai protagonisti della vicenda, quanto ai lettori, portandoli a domandarsi se non ci sia davvero qualcun altro al di sopra di essi intento a manovrare degli invisibili fili.
Non resta che seguire l’ex comandante Edward Morris (che, guarda caso, con il suo scetticismo riguardo le convinzioni nazionalistiche, ideologiche e religiose ricorda molto da vicino il “collega” Corto Maltese) tra i vicoli, le scalinate, le fognature di Praga, alla ricerca di una verità che, una volta svelata, potrebbe essere più insopportabile di qualsiasi finzione.

Per chi fosse interessato all’acquisto: chiedere nelle migliori librerie di Genova, oppure consultare il sito www.deferrari.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

dovrò leggere sto Golem di Meyrink..ne parlate tutti!
Ciao
Gelo!

Overdrive ha detto...

E' un libro fondamentale!
Ma anche "Avvisi ai naviganti" merita! ;)
Ciao

Anonimo ha detto...

Il libro sembra molto intrigante anche se è un po' lontano dal mio genere, comunque solo per il fatto che è scritto da due genovesi non posso che leggerlo!!!
Simona

Overdrive ha detto...

Bisogna cercare di incoraggiare sia gli autori esordienti che i piccoli editori che provano a pubblicare qualcosa di diverso dal solito. Il libro è più vicino al tuo genere di quanto possa non sembrare all'apparenza!;)