martedì 15 maggio 2007

Il labirinto del fauno

O della perdita della fanciullezza

Titolo originale: El laberinto del fauno
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2006
Produzione: Messico, Spagna, USA
Durata: 112 minuti
Genere: fantasy/drammatico
Voto: 8

Ambientato nella Spagna del 1944 poco dopo la fine della guerra civile spagnola, l'ultimo film di Guillermo del Toro (Blade 2, Hellboy, La spina del diavolo) racconta la storia di Ofélia (Ivana Baquero) che, trasferitasi insieme alla madre Carmen a casa del patrigno, il capitano dell’esercito franchista Vidal (Sergi López), soffre per i suoi modi freddi e autoritari. Troverà così rifugio in un misterioso labirinto che ha scovato vicino a casa, dove Pan, la magica creatura che fa da guardiano al labirinto, le rivela che lei è la principessa smarrita di un regno magico.
Secondo capitolo, dopo “La spina del diavolo” della “trilogia” (anche se ultimamente si tende ad un uso inflazionatistico del termine) fantastico-metaforica sulla Spagna franchista, concepita da Guillermo Del Toro.
La locandina e le etichette conferite dalla stessa casa di produzione (oltre che da una certa critica) farebbero pensare ad un titolo propriamente fantasy ed è per questo che mi sono accinto alla visione con qualche riserva. Riserve condizionate dal fatto che, soprattutto negli ultimi tempi, nutro un po' di allergia verso questo genere visto che, sempre più spesso, si assiste alla messa in scena di fiabe adatte soprattutto ad un pubblico infantile o al massimo adolescenziale che, con un uso spropositato di effetti speciali, risultano in ultima analisi, alquanto sterili sotto altri profili (tutto il rispetto verso la saga di Tolkien, diretta da Peter Jackson, che rimarrà - probabilmente - un caso unico di perfetto compromesso).
Non era il caso del relativamente recente tentativo (apprezzabile, anche se personalmente non completamente riuscito) del "Lady in the water" di Shyamalan e lo è ancora meno questo di Del Toro che, dopo un inizio un po' tentennante e dai ritmi eccessivamente blandi, si rivela ben presto un incubo spaventoso.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, però, gli incubi non sono portati dai mostri che popolano gli abissi della terra frequentati dalla piccola Ofelia, bensì dagli uomini che sul piano della realtà provocarono il terrore con il loro regime dittatoriale nella Spagna franchista. Ed è qui che il film si rivela esattamente per quello che è: un dramma incentrato sulla guerra civile e sugli orrori provocati dal fascismo. Lo stesso regista non fa segreto dei suoi pensieri: “... il fascismo è innanzitutto una forma di perversione dell’innocenza, e quindi dell’infanzia. Per me il fascismo rappresenta in un certo senso la morte dell’anima, perché obbliga a compiere scelte dolorose, laceranti che lasciano un segno indelebile e profondissimo in coloro che lo hanno vissuto.” Ecco che il punto di vista di una bambina diventa l’ideale rappresentazione di una sorta di dicotomia, da una parte diretta (con una rappresentazione storica), dall'altra sotto forma di metafora (con la perdita dell'innocenza). Due forme narrative che alla fine si incastrano in modo perfetto.
La pellicola è totalmente avulsa da ogni consolante e adolescenziale considerazione, ponendo continuamente la piccola protagonista al centro di situazioni tragiche, che la costringono a scelte che non sono tipiche della sua età, e in una precoce perdita della fanciullezza.
Il risultato è un pregevole esempio di come si possa fare cinema di "genere" in modo "serio", drammatico e, concedetemelo, adulto.
Il labirinto è il luogo (mitico per eccellenza) dove la vicenda si risolve, richiamando in modo elegante anche lo Shining di Kubrick, sia dal punto di vista della tematica oltre che da quella figurativa, lasciando lo spettatore in sospeso e moltiplicando le possibili letture.
Un raggio di luce che però non riesce a cancellare il prorompente buio della tragedia, nemmeno con la seducente ambiguità della scena finale.

Recensione pubblicata anche su www.scheletri.com (dicembre 2006)

Davide Battaglia

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con quello che hai scritto.
Reputo questo film molto bello e toccante, inizi a vedere una favola e ti rendi conto di essere dentro un dramma.
Sarà banale ma quando sono uscita dal cinema stavo male, riesce a scavarti dentro!
Simona

Overdrive ha detto...

Vero! Difficile alla fine trattenere la lacrimuccia... spero di riuscire a vedere presto anche "La spina del diavolo"

Anonimo ha detto...

Ottima analisi Dave! Quello che secondo me è un po' deficitario in questo film è il ritmo: la divisione fra i momenti fantasy e quelli reali non è proprio il massimo; di fatti alle volte ci si dimentica quasi dell'esistenza del fauno prima che questo ricompare alla vista di Ofelia.
Come dici tu l'ambientazione molto cupa è un punto fermo e caratteristico di questo film che basa la sua 'poetica fantasy' sugli orrori di una guerra: in questo caso la guerra civile.
Nella critica alla guerra e al conflitto ci ho anche trovato un desiderio di essere 'protagonisti positivi'; Ofelia entrando nel labirinto si sente in dovere di aiutare se stessa e le persone che le sono più care. Ha bisogno anch'essa di essere protagonista nei confronti di quello che succede all'esterno, nei confronti del quale lei si trova estranea e impotente.
Da questo punto di vista ci ho visto anche una riflessione su come i bambini vedono gli adulti e sui problemi di incomunicabilità fra due mondi così vicini ma diametralmente opposti (non a caso Del Toro ha traslato la vicenda su due emisferi, quello fantasy dal punto di vista della bambina, e quello reale e crudo della guerra civile dall'ottica adulta).
In fin dei conti lo ritengo un ottimo lavoro; un lavoro diverso. E' un fantasy ma è un fantasy 'reale', che si poggia su elementi comuni per spiegare una storia di disperazione pre-adolescenziale.
Sicuramente un buon film!

Lorenzo

Overdrive ha detto...

Grazie Lore!
Verissimo il discorso che fai sull'incomunicabiltà tra il mondo dei bambini e quello degli adulti, è senza dubbio uno dei temi portanti del film.
Sono giuste anche le tue critiche: la prima parte ha poco ritmo e senz'altro quello che lo alza è la parte reale e non quella fantasy.
Anche qui ci troviamo di fronte a qualcosa di imperfetto, ma è lo stesso tremendamente suggestivo.

Anonimo ha detto...

Ciao Mastro Batta!Mi sento un pò intrusa nel tuo blog... Comunque il film mi è abbastanza piaciuto a parte alcune scene crudeli che mi sono rimasta intatte nella mente!!!!
Ecco a te il commento ! va bene?
Ciao
Miriam